Eruzione dell’Etna del 1669

Eruzione dell’Etna del 1669.

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L’eruzione dell’Etna del 1669 è stata la più devastante di cui storicamente abbiamo documentazione e testimonianza.
Fu un evento talmente distruttivo che la popolazione etnea del periodo definì per questo il 1669 l’anno della grande ruina.

I luoghi dell’eruzione
Questa eruzione dell’Etna ebbe un impatto collettivo così forte perché coinvolse molti Comuni etnei e provocò danni sia alle aree coltivate che al tessuto urbano del territorio. Anche se non ci furono morti, la grande colata lavica devastò strade e abitazioni.
La lava giunse a seppellire il comune di Malpasso (l’odierna Belpasso) e l’antica Misterbianco, di cui rimase visibile solo il campanile della chiesa. Una colata sommerse senza danneggiarlo il santuario di Mompilieri (vedi approfondimento su il vulcanico). Inoltre raggiunse la città di Catania e sfociò sul mare.
Ancora oggi è possibile visitare ed ammirare i luoghi che caratterizzarono quel disastro ambientale, con escursioni a piedi a partire dai Montirossi in risalita verso i crateri, o con percorsi dedicati in bike intoetna .

Figura1 – La colata lavica del 1669 illustrata nel dipinto del pittore Giacinto Platania, testimone oculare dell’evento.

È stato riscontrato che la storica eruzione dell’Etna del 1669 fu così intensa da condizionare lo sviluppo dei centri abitati nei secoli successivi, influendo anche sulla successiva evoluzione e dislocazione delle attività produttive ed economiche, che furono deviate in zone che si potevano ritenere più sicure.

Le fasi dell’eruzione

Come spesso accade, l’attività eruttiva del vulcano Etna fu anticipata da alcune violente scosse di terremoto che, a partire dal 25 febbraio 1669, danneggiarono i Comuni del circondario. Le testimonianze riportano il crollo dei tetti di numerose case nei paesi di Nicolosi, Pedara, Trecastagni e Viagrande.
Questi terremoti culminarono nell’apertura di una serie di fenditure sui fianchi del vulcano da cui cominciò a fuoriuscire il magma incandescente. Le numerose colate laviche partirono infatti da ben sette bocche ed furono intervallate da una prolungata attività di espulsione di gas, di ceneri e lapilli. Le violente emissioni di magma frammentato (cenere, bombe e lapilli) furono in alcuni casi particolarmente pericolose per la loro imprevedibilità. Mentre l’evoluzione rapida delle colate laviche rappresentò per i testimoni oculari uno spettacolo straordinario e al contempo angosciante.
L’eruzione dell’Etna proseguì per 122 giorni, fino al luglio 1669 e si concluse con il raffreddamento dei fronti lavici e la degassazione finale del vulcano.

Modifiche del territorio in seguito all’eruzione

È affascinante osservare come dal punto di vista naturalistico questa eruzione modificò l’ambiente circostante, su tutto il versante sud dell’Etna e persino sulla linea di costa a sud della città di Catania.
La colata lavica colmò alcuni dislivelli tra le colline del versante sud, formando vere e proprie “pianure laviche”, come l’odierna Piano Tavola. Inoltre scomparve lo storico lago di Nicito che si era formato in epoca Romana e per un lungo periodo non fu più visibile neppure il fiume Amenano che bagnava il perimetro di Catania. 
Le tracce di quell’antico e affascinante percorso lavico sono ripercorribili in bike e in trekking intoetna a partire dai Montirossi risalendo verso i crateri – vedi le nostre proposte di escursione

Figura 2 – Disegno anonimo dell’eruzione dell’Etna del 1669 conservato presso la Bibliothèque Nationale de France (da Abate & Branca 2016), Evoluzione della colata verso la fine del mese di marzo.

Il fascino dell’Etna

L’eruzione dell’Etna del 1669 è stato un evento che ancora oggi ricorda alla popolazione locale la potenza con cui si può manifestare la forza del vulcano, la sua immensa capacità di interagire con la condizione umana e di influenzarne l’attività collettiva e individuale.

La presenza dell’Etna non è infatti soltanto un elemento paesaggistico come tanti altri ma un’entità naturale viva e di grande valore per gli abitanti del territorio.Per noi di intoetna che consideriamo la connessione con Natura come un’esperienza unica e coinvolgente (link a chi siamo), i percorsi di trekking o di bike che ci conducono a rivisitare e rivivere quei luoghi modificati dalle antiche colate laviche, rappresentano un modo per istaurare un dialogo con l’Etna, con l’evoluzione del suo profilo e del suo aspetto, con la sua energia prorompente e con la sua bellezza mozzafiato.__

Per approfondire gli argomenti di questo articolo:


https://www.ct.ingv.it/index.php/ricerca/i-vulcani-siciliani/etna/le-eruzioni-dell-etna-impatto-sul-territorio


https://ilvulcanico.it/mompileri-storia-arte-religione-a-355-anni-dalla-grande-ruina-il-giorno-del-dolore-e-della-speranza/


https://www.ingv.it/stampa-e-urp/stampa/comunicati-stampa/5508-etna-1669-a-catania-la-presentazione-del-libro-sulla-grande-eruzione


https://www.google.com/amp/s/ingvvulcani.com/2019/03/07/la-grande-eruzione-delletna-del-1669-tra-vulcanologia-e-storia/amp/

Riferimenti bibliografici:

  • Francesco Ferrara, Storia generale dell’Etna – 1793
  • Giuseppe Recupero, Storia naturale e generale dell’Etna – 1815
  • Bonaventura la Rocca – Relatione del nuovo incendio fatto da Mongibello – 1670
  • Carlo Mancino, Narrativa del fuoco uscito da Mongibello il dì undici di Marzo del 1669

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Gino Moschetto

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